Il SEO che sapeva di non sapere
Come SEO abbiamo a che fare con la più grande (e sorprendente) ammissione di ignoranza della storia: non sappiamo come funziona Google.
E questo per una ragione molto semplice: i suoi algoritmi sono un segreto industriale.
Come la ricetta della Coca Cola, direbbe qualcuno. Ma al di là del fatto che la ricetta originale sia davvero stata svelata o meno qualche tempo fa da un sito americano, la ricetta della Coca Cola avrebbe comunque resistito intonsa per oltre 150 anni, mentre il segreto di Google è peggio della password della chiavetta dell’online banking (chi sa sa): cambia in continuazione, qualcosa come 500-600 volte l’anno.
Questo significa una cosa sola: risultati sempre incerti.
E la conseguenza, se puntiamo al podio delle SERP in modo poco pulito, di trovarsi da un momento all’altro nella condizione di dovere rifare tutto dal principio.
Solo due cose rimarranno “sempre” uguali:
- Ci sarà sempre qualcuno che vorrà più visibilità nelle SERP.
- L’obiettivo di Google: fornire il migliore servizio possibile alle richieste dei propri utenti.
Il punto 2 non è solo importante, è centrale, e lo ripeteremo in tutto il libro: l’obiettivo di Google è fornire il migliore servizio possibile alle richieste dei propri utenti.
Questo significa – ma lo vedremo meglio in seguito – che se hai creato la migliore risposta possibile alla domanda di una determinata utenza…
diciamo che sei già a metà dell’opera!
La SEO non è una scienza
Questo dovresti tatuartelo sulla fronte, così da vederlo allo specchio ogni mattina e soprattutto farlo vedere ai tuoi clienti ogni volta che hanno a che fare con te.
Google non è l’unico a evolversi di continuo, anche l’ecosistema del web lo fa.
A questo proposito mi piace di solito raccontare due aneddoti che trovo particolarmente significativi:
Second Life
Ve lo ricordate Second Life? Non ci ho mai giocato, ma ricordo che era entrato nei servizi pubblicizzati nelle brochure delle agenzie web e di comunicazione. Era l’epoca in cui sembrava assolutamente necessario investire su Second Life. Poi cosa è successo?
Tecnicamente c’è ancora e gode di quasi un milione di utenti attivi al mese… ma non è diventato quello che si pensava diventasse all’epoca quando si compravano e si vendevano i lotti di terra su Second Life e sembrava che bisognasse assolutamente esserci, investire e promuoversi… più che nel nostro vecchio mondo reale!
Se prima che Facebook diventasse Facebook ti avessero chiesto di investire su questo social network, che è un po’ come MySpace ma non si può personalizzare, ed è anche come Linkedin ma con meno “autorità” professionale… dì la verità, ci avresti investito? Bugia! Nessuno ci avrebbe investito. Nessuno poteva minimamente sospettare il successo e la diffusione che Facebook avrebbe avuto in questi anni.
Un bagno di umiltà
Il web è una rete di computer collegati tra loro.
E se anche fosse solo questo – e non lo è – sarebbe già difficilmente prevedibile.
Il problema si complica enormemente nel momento in cui consideriamo il web per quello che realmente è:
una rete di persone, informazioni, relazioni e significati collegati tra loro.
Entità che non smettono di evolvere e di interagire tra loro. MAI.
Non possiamo prevedere niente con assoluta precisione.
Possiamo solo interpretare, sperimentare, osare.
Aspettandoci sorprese e tenendo sempre a mente quello che dicevamo qui sopra: la SEO non è una scienza.
Quello che possiamo fare – anzi no, quello che siamo costretti a fare come SEO, è continuare a formarci, a studiare, pur sapendo che è impossibile sapere tutto ed è impossibile acquisire tutte le competenze in cui si articolano il web e il web marketing.
Portare un buon risultato al cliente (o al proprio progetto web personale) dovrebbe essere sempre l’obiettivo principale e la brutta notizia è che per raggiungerlo a volte dobbiamo essere disposti a fare un passo indietro e affidarci ad altri professionisti.
La buona notizia è che questo può essere molto stimolante.
E anche divertente!