Il Guest Blogging secondo Google

Ecco un video di Matt Cutts nel quale risponde alla domanda “Come Google considera il Guest Blogging per il link building”. Sotto il video la mia libera traduzione… Enjoy!

La domanda di oggi viene da San Francisco e la domanda è “Come vede Google il Guest Blogging per ottenere link?”.
Questa è una di quelle domande che possono dare adito ad un paio di diverse interpretazioni.
La prima riguarda il caso in cui stiamo parlando di un guest post di alta qualità e se vale la pena di scriverlo e di pubblicarlo… e io penso che lo sia in alcuni casi.
L’altra riguarda il caso nel quale si porta il Guest Blogging agli estremi, si esagera un po’ troppo con la tecnica.

Partiamo dal caso più semplice: se sei uno scrittore di qualità, fai un rigraziamento pubblico a Lisa Barone o qualcosa di simile… per esempio è a una conferenza, scrive sul suo blog e magari vuole pubblicare un guest post su qualche altro blog… Quel blog dovrebbe essere contento di ospitare un suo post.
Vanessa Post, Danny Sullivan ed altri personaggi che magari scrivono qualcosa su altri blog… in generale dovresti essere felice che scrivano un articolo per te, poiché queste persone scriveranno qualcosa di utile e informativo.
Quindi questo va assolutamente bene e sarà un vantaggio per il blogger che ospita uno dei loro guest post e magari potrà essere un’ottima maniera per persone non ancora famose – ma che scrivono veramente bene – di farsi conoscere.
Quindi questa è la risposta più breve e semplice.

La risposta più lunga è “a volte si porta questo agli estremi”: vedi magari persone offrire lo stesso post diverse volte o ‘spinnare’ lo stesso post e offrirlo a diverse piattaforme… e quindi diventa quasi come un article marketing di bassa qualità… “Ti invio 5 post ‘unici'”, “ok, ti scrivo questo post per il tuo blog”, ma in realtà quello che fanno è farlo scrivere in outsourcing a qualcun’altro, a una persona non esperta, e poi inseriranno i link che vorranno pubblicare sul tuo blog.

C’è una lunga tradizione di blogger di alta qualità che collaborano tra loro e scrivono sui propri rispettivi blog… e va bene.
Stai solo attento che la cosa può essere portata agli estremi. Nella stessa maniera in cui alcune pratiche che di per sé potrebbero avere senso, non lo hanno più quando le fai solo per avere un gran numero di link… e questo è il caso nel quale siamo meno disposti a tenere conto di quei link.

Quindi, spero che questo chiarisca un po’ la cosa…
Ci sono casi in cui devi ragionare e lavorare sodo sulle cose che vuoi scrivere, hai un messaggio, ci sudi sopra, hai una visione delle cose che vuoi che si diffonda…
E poi c’è il caso in cui “ok, sono 300 parole, è il minimo indispensabile, etc…”. Penso che nel mondo del SEO ci siano molte persone che fanno così: “200, 300, 400 parole? Qual’e’ il minimo richiesto per pubblicare un articolo sul tuo blog?”

Mentre il tipo di link di cui vorremmo tenere conto sono quelli in articoli di più alta qualità dove l’autore c’ha veramente messo del duro lavoro a ha qualcosa di originale da dire.

In conclusione, spero che questo vi chiarisca un po’ le idee su quali guest post potrebbero avere un valore maggiore e quali invece potrebbe non valere la pena di essere presi in considerazione.


Un Commento

  1. […] Dunque ormai è chiaro: il Guest Blogging – scrivere e pubblicare Guest Post – è il nuovo “Article Marketing”, o meglio, è una delle poche metodologie sicure di link building rimaste in epoca Post Penguin… sopratutto nel panorama web in inglese! (vedi anche il mio recente post “Il Guest Blogging secondo Google“) […]

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